Green Hill, ancora problemi, ora vogliono far pagare chi li ha salvati
Non è possibile pagare per aver salvato un cane destinato alla tortura.
Dopo tutte le lotte, le petizioni e dopo che gli attivisti, hanno rischiato in prima persona, entrando e salvando centinaia di Beagle, ora spunta una presunta dichiarazione, la quale, secondo il sito della Sig.ra Brambilla, che ricordiamo essere stata l’ultima ad essere venuta a Green Hill.
Green Hill, ancora problemi, ora vogliono far pagare chi li ha salvati
Brambilla: “le oltre duemila famiglie che hanno preso in affido i beagle di Green Hill possono stare tranquille, Secondo notizie di stampa, il pm Ambrogio Cassiani e il procuratore aggiunto di Brescia Sandro Raimondi hanno disposto la cessione dei beagle ancora sotto sequestro. L’operazione dovrebbe cominciare alla fine del mese. La cifra richiesta non è ancora nota, ma non sarà astronomica – forse per la Brambilla -. Il “Corriere” parla di 100 euro per cane (ma la cifra potrebbe essere più bassa), che dovrebbero confluire in un conto aperto dalla Procura in Banca Etica e ci resterebbero fino alla fine del processo per maltrattamento e animalicidio. In caso di condanna, il “tesoretto” finirebbe nelle casse dello Stato. Se gli imputati fossero assolti, la somma sarebbe messa a disposizione della multinazionale Marshall, proprietaria dell’allevamento sequestrato il 18 luglio 2012”
Tutto questo, oltre ad essere indecente è quantomeno sconcertante. Secondo la Procura con l’appoggio di qualche “animalista” pagare per la libertà di un animale è normale.
Non è possibile pagare per aver salvato un cane destinato a tortura. Pensiamo fortemente che la libertà dei Beagle di Green Hill non possa essere pagata da chi li ha salvati. Anzi, sosteniamo che a pagare per danno inflitto ad essere senzienti siano i responsabili di Green Hill, che saranno certamente condannati, potete esserne certi.
Come sempre potete Contattarci per maggiori informazioni, consigli o critiche, oppure fare una donazione per aiutarci ad aiutare gli animali.