Il lupo e la polizia provinciale
Dopo l’accorpamento della Polizia Forestale ai carabinieri, un altro pezzo dello Stato scompare lasciando completamente solo l’ambiente e mano libera a chi – distruggendolo – fa affari d’oro. Lo scioglimento dei corpi di Polizia provinciale per effetto della riforma degli enti locali, voluti dal governo Renzi & C.
Il lupo e la Polizia Provinciale sono imprescindibili uno dall’altro. Il primo appartiene alla fauna selvatica particolarmente protetta sia da norme nazionali che europee, la seconda è sempre stata l’Organo di polizia deputata alla sua tutela. La polizia provinciale, da sempre è presente fisicamente sul territorio extraurbano, conosce tutte le problematiche reali presenti nei luoghi di vigilanza ed è radicata tra le persone.
La legge 157/92 individua questo Corpo o Servizio come quello maggiormente idoneo alla lotta al bracconaggio e alla difesa della fauna selvatica, nonché alla vigilanza venatoria.
La protezione di un animale come il lupo necessita di una conoscenza profonda dei territori dove vive. Una conoscenza che in ambito extraurbano vede la Polizia Provinciale ai massimi livelli.
È come se fosse nel DNA degli ufficiali e Agenti della province, questa peculiarità. Quasi tutte le altre Forze di polizia sono estremamente competenti nel codice della strada e in altre materie, ma la conoscenza, anche operativa, negli illeciti o reati collegati all’attività venatoria e alla tutela della fauna selvatica è prerogativa quasi esclusiva della Polizia Provinciale.
In questo momento il lupo è sotto attacco e la Polizia Provinciale è al minimo storico per effetto di riforme governative, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti. Polizia Provinciale, ridotta al minimo e trasferita alla Municipali dopo anni di professionalità specifiche. E sul territorio sempre meno agenti. La presenza sul territorio è il primo deterrente per bracconieri e criminali. Questo vuoto si vede e si sente; il territorio non urbano abbandonato a se stesso, lupo compreso.
di Ruth Pozzi